Nicola

Nicola

 

Viaggiare, esplorare, conoscere e scoprire, per espandere i propri confini. Il viaggio è una componente innata dell’uomo,  il turismo è un bisogno connaturato dell’essere umano. Proprio in quanto bisogno, il turismo diventa materia privilegiata anche del marketing e oggi, ancora di più, del Web Marketing Turistico, un settore particolarmente in crescita.

Con un aspetto più generale, chiamato Marketing Territoriale, questa disciplina richiede innanzitutto la conoscenza del prodotto o del servizio che si vuole vendere, in risposta alle specifiche esigenze dei propri consumatori di riferimento, i turisti. Ma la specificità del campo di azione e soprattutto la specificità dei potenziali clienti diventa tanto più importante quanto più ci avviciniamo alla realtà, ormai imprescindibile, di Internet.

Cosa rende la tua azienda diversa dalle altre? Cos’ha di unico il tuo prodotto o servizio? Ma soprattutto come riesci a comunicarlo? Se non sai rispondere a queste domande o se la tua risposta è: “lo faccio meglio, sono onesto e sono simpatico….” allora hai un problema!!

La USP (Unique Selling Proposition) è un concetto inventato negli anni ’40 da Rosser Reeves. Nonostante l’età del concetto, oggi, più che mai, è di vitale importanza trovare la Unique Selling Proposition della tua azienda.

La tua USP dovrebbe essere così forte e memorabile da distinguerti dai tuoi concorrenti e allo stesso tempo attirare nuovi affari e nuovi clienti grazie al passaparola che innescherà.

Creare un Brand significa spendere energie e risorse per realizzare lo scopo più grande di un’azienda, raggiungere il successo.

Se ti sei ritrovato a leggere questo post, le possibilità possono essere due: o hai già un’attività e stai cercando di creare un brand intorno ad essa, oppure vuoi creare qualcosa di nuovo partendo da zero. In entrambi i casi qui troverai le risposte che cerchi, l’articolo è un po’ lungo, lo so, ma con un po’ d’impegno potrai comprendere interamente quali sono le strategie migliori per creare un brand.

Inventarsi un’attività è una cosa in cui sono riusciti in molti, ma non tutti sono riusciti a creare un brand. Ovviamente non è semplice diventare Coca-Cola o Mulino Bianco, ma è possibile ritagliarsi una fetta di mercato di nicchia, in cui il nostro brand possa decollare.

Prima di capire come creare un brand, però, è necessario comprendere cosa non è un brand.

 

Uno degli aspetti che più caratterizza un brand è il colore. I più importanti marchi del mondo, infatti, sono riconoscibili per i colori che utilizzano nel loro logo.

Basti pensare al giallo e rosso di McDonald’s o al blu di Facebook(a fine articolo scoprirai perché Facebook è blu). La spiegazione è scientifica: il senso della vista è considerato il più sviluppato negli esseri umani.

 

La percezione del colore, tuttavia, non è solo visiva ma anche emotiva. Ogni colore, infatti, stimola sensazioni e pensieri diversi, tanto che si parla di Psicologia del colore.

 

Questa scienza si rivela utile anche nel marketing: il colore di un’azienda, infatti, è uno strumento molto potente che può influenzare la percezione, le emozioni e perfino il comportamento dei consumatori.

 

 

Il packaging è una leva fondamentale per il marketing, ne abbiamo già parlato qui. Le scelte d’acquisto dei consumatori, infatti, sono meno razionali e informate di quanto si potrebbe pensare ed è per questo che, dall’alimentazione all’intrattenimento, i brand puntano sempre di più a un coinvolgimento emotivo e sensoriale del cliente.

 

A partire proprio da confezioni sempre più originali e creative che hanno sempre meno solo il compito di ‘proteggere’ il prodotto, renderlo commerciabile singolarmente o riconoscibile come appartenente a una marca. Quello che il neuromarketing sa bene, infatti, è che ci sono una serie di reazioni istintive che possono essere generate in chi acquista già a partire dal packaging.

Una buona confezione è in grado di attirare l’attenzione dei consumatori, inconsciamente, stimolando quell’approccio sensoriale che ci spinge, per esempio, a posare lo sguardo ripetutamente su confezioni colorate, dalle forme inconsuete, etc. o ad abbandonarci all’istinto di toccare i prodotti, tastarne peso, consistenza, texture.

 

Il risvolto concreto? Le aziende investono ogni anno in numerosi progetti di R&D (Research and Development) che hanno come protagonista il packaging dei prodotti. Non è un caso, così, che i ricavi netti per chi opera nel settore hanno superato nell’ultimo trimestre del 2016 i 12.7 miliardi di dollari, tra le cifre più alte di sempre. Tra i settori per cui la spesa per il packaging sarebbe maggiore, in particolare, ci sarebbero il food&beverage, il retail (specie l’abbigliamento) e alcuni settori industriali come quello delle materie prime.

22 Febbraio

Il Packaging: amore a prima vista.

Un prodotto  utile, funzionale e necessario basta a spingere un consumatore all'acquisto? Ovviamente no. Conta, infatti, anche come quel determinato prodotto viene presentato al pubblico nel punto vendita, il modo in cui è imballato, in mezzo a tanti altri oggetti che potrebbero rispondere alle stesse caratteristiche senza troppe differenze di resa. Insomma, l’apparenza conta.

 

Come diceva Oscar Wilde, “La Forma è tutto“.

 

Ti sei mai chiesto perché certi prodotti al supermercato ti sembrano più affidabili? O addirittura più buoni, più gustosi, più belli? Vuoi sapere come l’industria della pubblicità “forza” la nostra volontà cercando di convincerci che un prodotto sia meglio di un altro?

Google prosegue nella sua politica di sensibilizzazione al problema della sicurezza sul web con una serie di misure. A partire da gennaio 2017, il browser proprietario Chrome etichetterà come “non sicure” tutte le pagine web che raccolgono dati sensibili, come credenziali di accesso e dati di carte di credito e transazioni bancarie, a meno che le pagine non siano pubblicate tramite protocollo HTTPS.

 

Attualmente Google “consiglia” il passaggio di determinate categorie di pagine web, che ora andremo ad analizzare, ma sappiamo bene che i consigli di Google equivalgono a veri e propri ordini per chi vuole essere presente sul motore di ricerca in determinate posizioni.

La scorsa settimana leggevo un articolo molto valido di un contatto Linkedin, che ho trovato interessante in quanto molto preciso nel descrivere l'aspetto mentale in quella che è l'attuale situazione politica americana. Non la faccio lunga, tutti guardiamo il tg, ma quindi c'è da chiedersi, come ha Fatto Trump a vincere le elezioni?

Semplice, questione di Marketing, come marketing era quello che molti media hanno fatto per la Clinton, salvo fare una figura epica alla sua sconfitta.

Le armi di Trum sono state l'Inbound Marketing e la Focalizzazione del brand, due aspetti del marketing che trovo estremamente interessanti. In questo articolo ti parlerò di come sono state usate queste 2 tecniche durante le Presidenziali Americane e come hanno permesso ad Obama e Trump di vincere le elezioni.

Siccome farò riferimenti anche all'ex presidente, ti invito a leggere il precedente articolo dedicato alla strategia di comunicazione politica, rivoluzionaria, che ha portato Obama alla vittora a suo tempo.

Ora che è cambiato l'inquilino della Casa Bianca, mi sono chiesto come l'oramai ex presidente Obama sia diventato un fenomeno della comunicazione. Simpatico, forse, grande statura politica, anche. In realtà ciò che ha portato un semi-conosciuto senatore dello Stato dell'Illinois a vincere le elezioni presidenziali del 2008, contro quelle che inizialmente erano le aspettative, poi a diventare un'icona social è stata la sapiente applicazione dei principi del Marketing.

Vediamo quindi quali sono stati gli elementi chiave della Strategia di Comunicazione di Obama, l’impatto di Internet e dei Social Media nella comunicazione politica, e come sono cambiate le regole del Marketing elettorale, all'indomani della sua elezione. Sopratutto è possibile applicarle ad un altro Brand?

“No ti prego!!!! Scusa!!! Posa quell’ascia!”. Succede. Quando mi si chiede la musica di sottofondo in un sito internet.

Qualche minuto prima: “Ma la musica è d’effetto, guarda quell’azienda là, hanno la musica nel sito(creato nel ’98, ndr)!” o “Il sito è quello di una discoteca, se non metti la musica a che serve?!?” o ancora “Il mio sito è di un centro yoga ha bisogno della giusta atmosfera!“.

Lasciamo l’ronia da parte, in realtà è quello che succede nella mia testa. La risposta sarà sempre NO.