Il packaging è una leva fondamentale per il marketing, ne abbiamo già parlato qui. Le scelte d’acquisto dei consumatori, infatti, sono meno razionali e informate di quanto si potrebbe pensare ed è per questo che, dall’alimentazione all’intrattenimento, i brand puntano sempre di più a un coinvolgimento emotivo e sensoriale del cliente.

 

A partire proprio da confezioni sempre più originali e creative che hanno sempre meno solo il compito di ‘proteggere’ il prodotto, renderlo commerciabile singolarmente o riconoscibile come appartenente a una marca. Quello che il neuromarketing sa bene, infatti, è che ci sono una serie di reazioni istintive che possono essere generate in chi acquista già a partire dal packaging.

Una buona confezione è in grado di attirare l’attenzione dei consumatori, inconsciamente, stimolando quell’approccio sensoriale che ci spinge, per esempio, a posare lo sguardo ripetutamente su confezioni colorate, dalle forme inconsuete, etc. o ad abbandonarci all’istinto di toccare i prodotti, tastarne peso, consistenza, texture.

 

Il risvolto concreto? Le aziende investono ogni anno in numerosi progetti di R&D (Research and Development) che hanno come protagonista il packaging dei prodotti. Non è un caso, così, che i ricavi netti per chi opera nel settore hanno superato nell’ultimo trimestre del 2016 i 12.7 miliardi di dollari, tra le cifre più alte di sempre. Tra i settori per cui la spesa per il packaging sarebbe maggiore, in particolare, ci sarebbero il food&beverage, il retail (specie l’abbigliamento) e alcuni settori industriali come quello delle materie prime.

Un prodotto  utile, funzionale e necessario basta a spingere un consumatore all'acquisto? Ovviamente no. Conta, infatti, anche come quel determinato prodotto viene presentato al pubblico nel punto vendita, il modo in cui è imballato, in mezzo a tanti altri oggetti che potrebbero rispondere alle stesse caratteristiche senza troppe differenze di resa. Insomma, l’apparenza conta.

 

Come diceva Oscar Wilde, “La Forma è tutto“.

 

Ti sei mai chiesto perché certi prodotti al supermercato ti sembrano più affidabili? O addirittura più buoni, più gustosi, più belli? Vuoi sapere come l’industria della pubblicità “forza” la nostra volontà cercando di convincerci che un prodotto sia meglio di un altro?

La scorsa settimana leggevo un articolo molto valido di un contatto Linkedin, che ho trovato interessante in quanto molto preciso nel descrivere l'aspetto mentale in quella che è l'attuale situazione politica americana. Non la faccio lunga, tutti guardiamo il tg, ma quindi c'è da chiedersi, come ha Fatto Trump a vincere le elezioni?

Semplice, questione di Marketing, come marketing era quello che molti media hanno fatto per la Clinton, salvo fare una figura epica alla sua sconfitta.

Le armi di Trum sono state l'Inbound Marketing e la Focalizzazione del brand, due aspetti del marketing che trovo estremamente interessanti. In questo articolo ti parlerò di come sono state usate queste 2 tecniche durante le Presidenziali Americane e come hanno permesso ad Obama e Trump di vincere le elezioni.

Siccome farò riferimenti anche all'ex presidente, ti invito a leggere il precedente articolo dedicato alla strategia di comunicazione politica, rivoluzionaria, che ha portato Obama alla vittora a suo tempo.