Il calcio è nato come un gioco, diventato poi uno sport e trasfigurato in entertainment, che va oltre le performance sportive del rettangolo verde e quindi come tale va vissuto senza retorica e senza rimpianti, che grazie all’intreccio inestricabile tra globalizzazione economica e progresso tecnologico ha infatti allargato oltre ogni immaginazione il campo da gioco, un tempo fisicamente circoscritto ai confini nazionali e agli stadi.

I club calcistici, trasformandosi in brand, sono diventati attori del circuito mediatico e si sono elevati al ruolo di media company, che attraverso il loro core business (la principale attività aziendale che ne determina il compito fondamentale preposto ai fini di creare un fatturato e un guadagno) producono contenuti puntando a due obiettivi:

  • Il successo sportivo;

  • La conquista dell’attenzione e della disponibilità di spesa di un pubblico sempre più vasto, che va al di là della cerchia dei tifosi “storici”;

Insomma il calcio è inserito fra i business esperienziali visto che si tratta di un momento di evasione a forte impatto emozionale, che coinvolge tutti gli strati sociali e che va dunque organizzato e venduto in quest’ottica per essere fruito in vari modi (allo stadio, alla TV o al computer).

Ti sarà capitato mille volte: cerchi un prodotto su Amazon e poi questo stesso prodotto ti “perseguita” su altri siti, te lo ritrovi ad esempio su Facebook mentre scorri la Home oppure ti cade l’occhio sulla colonna di destra e in un piccolo riquadro lo trovi li ad attenderti.

Come è possibile? No, non si tratta di stalking, ma di una forma di pubblicità molto usata. Si chiama Remarketing, una forma di pubblicità online che si rivolge agli utenti in base alle loro precedenti azioni su Internet. 
Il Remarketing è un marketing comportamentale che ha lo scopo di intercettare i visitatori che sono interessati al brand (o al servizio), ma che ancora non hanno compiuto nessuna conversione e che, quindi, saranno più propensi a compierla.

La privacy e la riservatezza dei dati sono oggi argomenti di forte interesse ed attualità ma siamo realmente tutelati sulla rete?

Alla luce delle ultime notizie, soprattutto riguardo il presunto scandalo di Cambridge Analytica, società che sembra aver influenzato il voto negli USA grazie a 50 milioni di utenti i cui dati sono stati raccolti in maniera poco trasparente, potremmo dire c'è da ripensare all'uso che facciamo di determinate piattaforme.

Tra qualche paragrafo vedremo perché parlo di presunto scandalo, intanto facciamo una breve introduzione sull’argomento Privacy.