Uno degli aspetti che più caratterizza un brand è il colore. I più importanti marchi del mondo, infatti, sono riconoscibili per i colori che utilizzano nel loro logo.

Basti pensare al giallo e rosso di McDonald’s o al blu di Facebook(a fine articolo scoprirai perché Facebook è blu). La spiegazione è scientifica: il senso della vista è considerato il più sviluppato negli esseri umani.

 

La percezione del colore, tuttavia, non è solo visiva ma anche emotiva. Ogni colore, infatti, stimola sensazioni e pensieri diversi, tanto che si parla di Psicologia del colore.

 

Questa scienza si rivela utile anche nel marketing: il colore di un’azienda, infatti, è uno strumento molto potente che può influenzare la percezione, le emozioni e perfino il comportamento dei consumatori.

 

 

Il packaging è una leva fondamentale per il marketing, ne abbiamo già parlato qui. Le scelte d’acquisto dei consumatori, infatti, sono meno razionali e informate di quanto si potrebbe pensare ed è per questo che, dall’alimentazione all’intrattenimento, i brand puntano sempre di più a un coinvolgimento emotivo e sensoriale del cliente.

 

A partire proprio da confezioni sempre più originali e creative che hanno sempre meno solo il compito di ‘proteggere’ il prodotto, renderlo commerciabile singolarmente o riconoscibile come appartenente a una marca. Quello che il neuromarketing sa bene, infatti, è che ci sono una serie di reazioni istintive che possono essere generate in chi acquista già a partire dal packaging.

Una buona confezione è in grado di attirare l’attenzione dei consumatori, inconsciamente, stimolando quell’approccio sensoriale che ci spinge, per esempio, a posare lo sguardo ripetutamente su confezioni colorate, dalle forme inconsuete, etc. o ad abbandonarci all’istinto di toccare i prodotti, tastarne peso, consistenza, texture.

 

Il risvolto concreto? Le aziende investono ogni anno in numerosi progetti di R&D (Research and Development) che hanno come protagonista il packaging dei prodotti. Non è un caso, così, che i ricavi netti per chi opera nel settore hanno superato nell’ultimo trimestre del 2016 i 12.7 miliardi di dollari, tra le cifre più alte di sempre. Tra i settori per cui la spesa per il packaging sarebbe maggiore, in particolare, ci sarebbero il food&beverage, il retail (specie l’abbigliamento) e alcuni settori industriali come quello delle materie prime.

Un prodotto  utile, funzionale e necessario basta a spingere un consumatore all'acquisto? Ovviamente no. Conta, infatti, anche come quel determinato prodotto viene presentato al pubblico nel punto vendita, il modo in cui è imballato, in mezzo a tanti altri oggetti che potrebbero rispondere alle stesse caratteristiche senza troppe differenze di resa. Insomma, l’apparenza conta.

 

Come diceva Oscar Wilde, “La Forma è tutto“.

 

Ti sei mai chiesto perché certi prodotti al supermercato ti sembrano più affidabili? O addirittura più buoni, più gustosi, più belli? Vuoi sapere come l’industria della pubblicità “forza” la nostra volontà cercando di convincerci che un prodotto sia meglio di un altro?