Ti sarà capitato mille volte: cerchi un prodotto su Amazon e poi questo stesso prodotto ti “perseguita” su altri siti, te lo ritrovi ad esempio su Facebook mentre scorri la Home oppure ti cade l’occhio sulla colonna di destra e in un piccolo riquadro lo trovi li ad attenderti.

Come è possibile? No, non si tratta di stalking, ma di una forma di pubblicità molto usata. Si chiama Remarketing, una forma di pubblicità online che si rivolge agli utenti in base alle loro precedenti azioni su Internet. 
Il Remarketing è un marketing comportamentale che ha lo scopo di intercettare i visitatori che sono interessati al brand (o al servizio), ma che ancora non hanno compiuto nessuna conversione e che, quindi, saranno più propensi a compierla.

 

Sono passati solo pochi giorni dalla notizia dell’aggiornamento dell’algoritmo di Facebook. Un cambiamento immediatamente visibile agli utenti tant’è che subito si è sparsa la notizia(bufala) del testo da incollare in bacheca per tornare alla versione precedente. Ma perché tale allarmismo? Nell’articolo di oggi vedremo che si tratta di un cambiamento di rotta sostanziale che si riflette su tutta la piattaforma e se non si presta la dovuta attenzione, può essere un problema per chi usa il social network per il proprio business.

Mark Zuckerberg vuole rimediare ad alcuni errori del passato e riportare lo spirito del social alle origini, se nel 2004 il problema principale di Facebook era trovare contenuti, a 14 anni di distanza la nuova sfida è riuscire a gestire un’overdose di contenuti senza perdere risultare inusabile all’utente. La parola d’ordine per il nuovo anno è “Amicizia”, il che significa togliere spazio ad aziende e pagine fan. A meno che non si intenda pagare.

Probabilmente il termine funnel (imbuto in inglese) non ti dice granché, eppure è alla base di una delle regole più importanti nel mondo del marketing, quella per convertire un contatto in cliente.

Il funnel è l’imbuto che permette proprio questo straordinario processo, quindi potremmo in un certo qual modo definirlo come il segreto del successo nel mondo del web marketing anche se in realtà, segreto non è. Perché è un termine che si usa spesso nel mondo del marketing, ma in realtà la sua definizione estesa e completa è funnel di vendita o imbuto di vendita.

In effetti la forma di un imbuto è particolarmente efficace per mostrare gli step di questa potente (e importantissima) strategia di marketing che porta un contatto fino all’acquisto finale. Già, perché la strategia del funnel è finalizzata proprio a questo: vendere. O meglio, trasformare un possibile cliente in un cliente (soddisfatto).

 

Viaggiare, esplorare, conoscere e scoprire, per espandere i propri confini. Il viaggio è una componente innata dell’uomo,  il turismo è un bisogno connaturato dell’essere umano. Proprio in quanto bisogno, il turismo diventa materia privilegiata anche del marketing e oggi, ancora di più, del Web Marketing Turistico, un settore particolarmente in crescita.

Con un aspetto più generale, chiamato Marketing Territoriale, questa disciplina richiede innanzitutto la conoscenza del prodotto o del servizio che si vuole vendere, in risposta alle specifiche esigenze dei propri consumatori di riferimento, i turisti. Ma la specificità del campo di azione e soprattutto la specificità dei potenziali clienti diventa tanto più importante quanto più ci avviciniamo alla realtà, ormai imprescindibile, di Internet.

Il  2016 che sta per volgere al termine ha, senza dubbio, portato all’affermazione del mobile, da considerare non più il futuro, bensì il presente.

L’attenzione verso il singolo utente figura sempre come lo scopo principale ed i big data agevolano molto il processo di targetizzazione, anche se spesso risulta complicato capire quali siano effettivamente le informazioni preziose per il raggiungimento dell’obiettivo finale. Cosa riserverà il 2017? Forbes, nella sua top 10, ha provato a prevedere i prossimi trend in materia di marketing.

Com'è cambiata la pubblicità locale? Come gli strumenti digitali hanno cambiato le abitudini di investimento nell’advertising e nelle attività di promozione degli investitori più piccoli? Analizziamo uno studio della Borrell, media agency specializzata nel digitale.

I risultati mostrano un profondo cambiamento rispetto a qualche anno fa, caratterizzato dal prevedibile passaggio dall’analogico al digitale. Gran parte dei budget prima riservati alla pubblicità “tradizionale” su quotidiani e tv locali, infatti, viene oggi investito per sviluppare strategie di digital marketing.

 

Quando si tratta di spiegare al cliente che fare marketing sui Social Media è importante per il futuro della sua azienda, mi capita di trovare degli interlocutori molto diffidenti in relazione ai social media come strumento di marketing.

Si va normalmente da “La mia azienda è qui da 20(anche più) anni senza utilizzare i Social Media, per cui i metodi tradizionali rimangono i migliori”, a “Ho già provato a utilizzare i Social Media (magari affidandoli al cugino) senza ottenere nessun risultato”.

Capita anche di trovare interlocutori che, volenterosi di iniziare a lavorare seriamente sul marketing digitale, quando si inizia a parlare di social media marketing, di social advertising e di metodologie di community building, si trincerano dietro a un muro di diffidenza.

Voglio sfatare le varie convinzioni in 5 punti.

Qualcosa che noto spesso rapportandomi con colleghi, clienti (o potenziali tali), fornitori e in generale tutti coloro che lavorano in piccole e medie imprese è che l'attenzione a come fare Branding è praticamente zero.

 

Cos’è e cosa vuol dire fare Branding per un'azienda

 

Jeff Bezos, il patron di Amazon, ha detto una volta:

Il tuo brand è ciò che gli altri dicono di te quando non sei nella stanza.

Cosa fare e cosa non fare per una buona gestione di un sito ecommerce

La vendita online tramite e-commerce si è sviluppata parecchio negli ultimi anni, diventando ormai un fatto consolidato nel nostro modo di vivere e di conseguenza anche nel fare acquisti. Molte sono le persone che decidono di aprire un’attività online per vendere i propri prodotti, bypassando il rapporto diretto con il cliente che si può avere in un negozio tradizionale.
Avviare un’attività ecommerce significa possedere un piano ben dettagliato, sia a livello commerciale che a livello informatico. Scordati il rapporto standard cliente-personale di vendita. In un e-commerce tutto è automatizzato, è il cliente che decide dove e se aggirarsi nel “negozio”, cosa guardare e cosa scegliere.

Ecco dunque alcuni consigli per la buona gestione di un’attività ecommerce.

 

Se stai leggendo questo articolo è probabile che possano esserti successe due cose:

  • Hai già investito qualcosa online (in SEO o Facebook o Pay Per Click ecc), ma poi per qualche motivo, qualcosa NON ha funzionato e NON hai ottenuto i risultati sperati;

  • Ti stai guardando in giro perché vuoi investire da qui a poco nella visibilità online e i fornitori con cui hai parlato ti hanno detto tutto e il contrario di tutto: chi t’ha detto che devi essere assolutamente primo su Google, chi t’ha detto che senza Facebook fallirai, chi t’ha detto che Linkedin è il futuro e se non ci sei sei uno sfigato, allo stesso tempo, molto probabilmente in pochi si saranno preoccupati di capire i tuoi clienti come acquistano.

 

Pensa a come acquistano i clienti, prima di pensare a come vendere ai clienti

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