Nell’articolo precedente, se te lo sei perso lo trovi qui, abbiamo visto in generale come lo Sconto sia una finta e, a lungo andare, dannosa soluzione per aumentare le vendite, passiamo nel dettaglio a capire perché si è portati a ragionare al ribasso per attirare nuovi clienti.

Partiamo dal pensiero comune, qual è la cosa più semplice ed efficace che puoi fare per aumentare le vendite? La risposta tipica sarebbe ovviamente abbassare i prezzi o fare degli sconti.

Viene facile pensare che una cosa fatta da tutti sia in un qualche modo giusta, ma sfugge di vista il punto che non è che tutti siano esperti di Marketing, infatti se analizzassimo a dovere questa strategia potremmo accorgerci che, sì, sarà pure semplice, gli sconti permettono di vendere più facilmente nell’immediato, ma efficace, no di sicuro.

Se hai mai venduto qualcosa probabilmente avrai già verificato che lanciare un’offerta a un prezzo ridotto per pochi giorni crea un picco di vendite, spesso è l’unico modo che si conosce per assicurarsi un profitto sufficiente.

Il problema nasce però dalla consuetudine, soprattutto negli ultimi anni, di avere un periodo di sconti perenne. Trascinati soprattutto da internet e dalle grandi catene, molte attività, in vari settori, passano praticamente quasi 20 giorni al mese con i prezzi ribassati.

Pochi però vanno poi a pensare a cosa succede con il protrarsi di questa scelta.

 

Sono passati solo pochi giorni dalla notizia dell’aggiornamento dell’algoritmo di Facebook. Un cambiamento immediatamente visibile agli utenti tant’è che subito si è sparsa la notizia(bufala) del testo da incollare in bacheca per tornare alla versione precedente. Ma perché tale allarmismo? Nell’articolo di oggi vedremo che si tratta di un cambiamento di rotta sostanziale che si riflette su tutta la piattaforma e se non si presta la dovuta attenzione, può essere un problema per chi usa il social network per il proprio business.

Mark Zuckerberg vuole rimediare ad alcuni errori del passato e riportare lo spirito del social alle origini, se nel 2004 il problema principale di Facebook era trovare contenuti, a 14 anni di distanza la nuova sfida è riuscire a gestire un’overdose di contenuti senza perdere risultare inusabile all’utente. La parola d’ordine per il nuovo anno è “Amicizia”, il che significa togliere spazio ad aziende e pagine fan. A meno che non si intenda pagare.

Per pianificare al meglio la strategia di web marketing per la tua attività nel 2018, scopri i trend spiegati in questa guida. Dagli elementi di personalizzazione alla gestione dei micro momenti, passando per l’importanza degli effetti visivi e l’analisi dei dati reali, passeremo in rassegna tutte le migliori strategie per acquisire lead, generare conversioni e guadagnare la fedeltà dei clienti. Ecco tutte principali novità nel settore del web marketing per il 2018.

Investire denaro nel web marketing per le PMI non solo è importante, ma è essenziale. E per citare Peter Druker, uno che nel dopo guerra ha aiutato imprese e nazioni a ripartire bene, “A parte pubblicità e innovazione, in un’azienda, tutto il resto è una spesa”.

Dati recenti infatti registrano che almeno l’83% delle decisioni d’acquisto di un consumatore partono direttamente dai motori di ricerca online. Nonostante questo, moltissime realtà professionali decidono di non investire nel web perché ritengono la realizzazione di un sito e le altre attività correlate troppo costose!

Il prossimo 24 novembre 2017 è il Black Friday, la giornata più attesa dagli appassionati di shopping durante la quale è possibile approfittare di sconti e offerte su prodotti di ogni tipo: dall’abbigliamento, all’hi-tech, ai voli aerei.

Ma cos’è e com’è nato il Black Friday?

Si tratta di un’usanza importata dagli Stati Uniti che si colloca tra il giorno del Ringraziamento e Natale. Ricorre ogni anno il venerdì successivo al giovedì durante il quale si celebra il “Thanksgiving Day” (il quarto giovedì di novembre) e sin dal 1932 apre ufficialmente la corsa ai regali natalizi. Il Black Friday non significa solo occasioni commerciali da non perdere ma anche interminabili code, in perfetto clima da corsa ai saldi. E se l’idea di passare ore in fila davanti ai negozi e alle casse o di dover contendere ad altri acquirenti quel prodotto che avete sognato per mesi e che finalmente ha un prezzo accessibile non vi entusiasma o addirittura vi spaventa, il Black Friday in Italia è dedicato soprattutto agli acquisti online: da Amazon a eBay, passando per Zalando.

Per gli amanti della tecnologia la giornata da tenere d’occhio è soprattutto quella di lunedì 27 novembre 2017, chiamato molto appropriatamente Cyber Monday.

Da tempo volevo fare alcune considerazioni sulle strategie di vendita che è possibile adottare nel marketing, e in modo più preciso su come decidere il prezzo di un prodotto/servizio.

In particolare, in questa prima parte dell’articolo, mi soffermerò sulla strada più facile nel decidere il prezzo di un prodotto servizio, quella che sembra anche geniale, ma che come vedremo può essere anche la più dannosa per il tuo business.

Il prezzo basso è una delle soluzioni più adottate per cercare di acquisire nuovi clienti, soprattutto in tempi difficili, di crisi, come sembrano essere quelli attuali.

Se visto in ottica di acquisire il cliente, farlo entrare in contatto con noi, e vendergli poi prodotti e servizi a costi più alti, allora utilizzare un prezzo basso è una scelta giusta, perché rendi facile il primo passo per il cliente verso di te.

Utilizzato in questo modo, il prezzo basso è uno “strumento di marketing” molto potente e deve essere utilizzato nell’ambito di una strategia di marketing e di una visione molto più ampia.

Il problema è che non viene utilizzato in quanto tale (cioè come semplice strumento da implementare insieme ad altre strategie di marketing) ma nella maggior parte dei casi come “la soluzione veloce” per cercare di migliorare la propria offerta, per cercare di essere più competitivi e per battere la concorrenza.

È la più veloce, certo ma è la migliore soluzione? O per essere più precisi, è una soluzione?

 

"Pensavo fosse Google invece era un calesse!" volendo parafrasare il titolo del film di Massimo Troisi del 1991.

Capita ormai sempre più spesso, da un paio d'anni in special modo, che qualcuno mi riferisca di chiamate da parte di Google in cui si illustra la possibilità di avere più visibilità tramite il pagamento di un canone mensile/annuale di qualche centinaio di euro. 

Ovviamente la preoccupazione nasce da un pensiero del tipo "ho a che fare con Google, se non pago questi sono grossi", per fortuna l'azienda di Mountain View è molto seria e protettiva nei confronti dei clienti e del proprio buon nome, ma sopratutto, no, non ha accumulato miliardi di dollari facendo telemarketing.

Ma allora cosa sono queste telefonate e sopratutto chi è che le fa?

Probabilmente il termine funnel (imbuto in inglese) non ti dice granché, eppure è alla base di una delle regole più importanti nel mondo del marketing, quella per convertire un contatto in cliente.

Il funnel è l’imbuto che permette proprio questo straordinario processo, quindi potremmo in un certo qual modo definirlo come il segreto del successo nel mondo del web marketing anche se in realtà, segreto non è. Perché è un termine che si usa spesso nel mondo del marketing, ma in realtà la sua definizione estesa e completa è funnel di vendita o imbuto di vendita.

In effetti la forma di un imbuto è particolarmente efficace per mostrare gli step di questa potente (e importantissima) strategia di marketing che porta un contatto fino all’acquisto finale. Già, perché la strategia del funnel è finalizzata proprio a questo: vendere. O meglio, trasformare un possibile cliente in un cliente (soddisfatto).

Fino a pochi anni fa, il contenuto testuale di alta qualità sul tuo blog era l'imperativo per il web marketing di successo. Ma adesso, il testo non è più sufficiente.

Le strategie per il successo di un’azienda online, oggi più che mai, passano attraverso la produzione di contenuti in tempo reale, di condivisioni immediate, foto, link e video da pubblicare sulle piattaforme social. 

Oggi parliamo del video marketing: una leva così potente e forse ancora sottovalutata, soprattutto in Italia, che ha rivoluzionato il modo di promuovere le aziende dal 2015. Grazie al video marketing moltissimi brand sono riusciti a presentarsi al mondo sotto altre vesti, conquistando l’attenzione del pubblico, trasformando il tutto in un vero fenomeno virale.

 

Nell’era dei mercati mondiali, la competizione economica non si svolge solo tra soggetti ma anche tra territori, il territorio diventa così un soggetto economico che opera in un ambiente altamente competitivo. I territori devono imparare a stare nel mercato globale, a utilizzare un linguaggio veloce e comunicativo: le ricchezze di un territorio, le sue vocazioni imprenditoriali, le opportunità del luogo, le possibilità di business sono strumenti che consentono di stimolare lo sviluppo economico sostenendo la nascita di imprese locali e attraendo i capitali esterni al territorio.

 

Una Strategia per costruire il Marketing Territoriale

Il territorio si riscopre sistema complesso, calato in una dimensione globale altamente competitiva: la necessità di competere con sistemi omogenei impone di adottare una strategia di marketing totale che sfrutti le opportunità di comunicazione offerte dalle nuove tecnologie ed estenda le opportunità di business. Una strategia è, così, necessaria in quanto il territorio è considerato come un prodotto e, in quanto tale, va opportunamente promosso e pubblicizzato, adeguando il linguaggio e gli strumenti a seconda del destinatario (target) che si intende raggiungere. Una buona strategia di marketing consente di valorizzare al massimo le caratteristiche socio-economico-ambientali di un territorio, stimolando e incentivando iniziative imprenditoriali e investimenti.